Cara FuturaMe,
15 mesi fa ci ha colti tutti di sorpresa e completamente impreparati un minuscolo virus devastante come uno tsunami, ma che a differenza di terremoti o uragani che arrivano inaspettati, devastano e se ne vanno, è rimasto con noi un bel po’. Non c'era tempo per aspettare che passasse, bisognava agire mentre accadeva, costruire in tempo reale, mentre colpiva.
Non ti sto qui a raccontare tutto ciò di cui ci ha privato, portandoci via affetti, lavori, in taluni casi la speranza e limitandoci la libertà fisica ed operativa. Eppure, come ci hanno insegnato con l’esempio delle grandi persone, niente e nessuno può limitare la nostra libertà interiore, quella che determina il modo in cui si decide di vivere una determinata situazione, anche la più atroce.
Di fatto non sono le circostanze bensì il modo in cui ci poniamo rispetto ad esse che rivelano a noi stessi chi siamo. Come coach ho deciso di farmi guidare per tutto il tempo da tre domande, le cui risposte andavano a delineare, un po’ alla volta, la mia visione, ciò che volevo costruire per me e per gli altri. Le stesse domande le ho poste a famigliari, amici, colleghe e colleghi e tutti coloro che ho incrociato casualmente nel mondo digitale.
Come voglio ricordare questo periodo?
Cosa voglio ricordare dell’Alessia di questo periodo?
Cosa voglio che le persone si ricordino dell’Alessia di questo periodo?
Questo virus tra le cose che si è portato via ha fatto anche emergere che fortunatamente c’è sempre un’occasione per restare amorevoli, sentirsi coraggiosi e assumere un ruolo attivo, attraverso azioni concrete, per sommare e costruire, perché solo così, come poi è successo, quando è finito tutto eravamo preparati a dare tutto il meglio che c’era dentro ognuno di noi.
Alessia
Executive & Team Coach