Intervista a Stefania Capelli - People & Communities Lead Cisco Italia
STEFANIA CAPELLI - LA NOSTRA TECNOLOGIA PER UN'UMANITÀ AUMENTATA ED UN FUTURO PLURALE
“Per affrontare bene il futuro ci servirà il giusto mix tra competenze digitali e competenze sociali, empatia in primis. Saper lavorare con i dati sarà una necessità per tutti, così come saper collaborare in un ambiente ibrido, fisico e digitale. La capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, sarà affiancata dalla necessità di saper collegare i punti attraverso un approccio multi disciplinare”
Sono le parole di Stefania Capelli, People & Communities Lead Italy di CISCO ITALIA, azienda con la quale Smartive ha collaborato e continua a collaborare attraverso diversi progetti di trasformazione culturale.
1) Ciao Stefania, cosa significa per te "trasformazione digitale"?
Trasformazione digitale per me significa ripensare il futuro in modo moderno e più sostenibile. Un futuro in cui la tecnologia e il digitale offrono infinite possibilità per aumentare l’intelligenza umana. Come? Semplificando il lavoro, annullando le distanze e distribuendo meglio il sapere, il potere, il lavoro stesso. Ho sempre trovato molto efficace l’immagine del ponte, presente anche nel logo Cisco, per rappresentare come il digitale può collegare persone, cose e informazioni, ma soprattutto come simbolo di una cultura aperta, responsabile e partecipativa che è il presupposto del costruire insieme. Nelle sfide future, c’ è infatti molto più “noi” che “io”.
Lavorando in un’azienda IT sento la responsabilità di ricordare sempre che la tecnologia è uno strumento nelle nostre mani per aiutarci, ma anche i rischi che corriamo se non la sappiamo governare e cominciamo a dipenderne. Non a caso quest’anno dopo che Cisco Italia è stata riconosciuta Best Place to Work per la sesta volta, abbiamo pensato di ringraziare le nostre persone con questo “motto”: vendiamo tecnologia per essere umani!
2) In CISCO ITALIA hai promosso diverse iniziative volte a favorire agilità e pensiero digitale. Quali sono i pillar alla base delle diverse iniziative?
Nel creare queste iniziative ho sempre messo al centro tre elementi: sfidarci sui temi del futuro per stimolare crescita e nuove competenze - penso alla Masterclass Interferenze dal futuro - o Unexpected Connection 2.0, in cui i partecipanti hanno dovuto cimentarsi e lavorare in modo laterale su temi come la cyber-sicurezza. Ingaggiare le persone facendole incontrare e collaborare fuori dal quotidiano lavorativo. Generare idee e contaminazioni, perché ogni attività possa avere risultati concreti di business, applicabili sul campo.
Nel mio ruolo cerco di tirar fuori il meglio dalle persone, che non hanno mai smesso di sorprendermi in positivo.
3) Con Interferenze dal Futuro abbiamo esplorato i trend e i segnali deboli dello scenario digitale. Quali sono a tuo parere le skill di cui non potremo più fare a meno per sostenere una visione contemporanea?
Per affrontare bene il futuro ci servirà il giusto mix tra competenze digitali e competenze sociali, empatia in primis. Saper lavorare con i dati sarà una necessità per tutti, così come saper collaborare in un ambiente ibrido, fisico e digitale. La capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, sarà affiancata dalla necessità di saper collegare i punti attraverso un approccio multi disciplinare.
La più grande sfida sarà quella di imparare, disimparare e imparare di nuovo. Il programma Interferenze dal Futuro è stato proprio costruito sull’idea di poter guardare le cose con lenti diverse, guadagnando nuove prospettive . Infine pensiero creativo che non significa solo generare idee, ma grande concretezza nel realizzarle.
4) Con "Unexpected Connections" hai creato contaminazione intergenerazionale. Cosa ti ha più colpito dei team partecipanti?
Si parla tanto di mix generazionali in azienda ma spesso ci si basa su stereotipi. La parte più interessante di Unexpected è stata scoprire come queste differenze si codificassero nella nostra realtà aziendale. Un outcome interessante è stato vedere come competenze digitali diffuse rendano queste differenze meno evidenti è più integrabili. Sul tema della diversità generazionale ho imparato sul campo che un approccio personalizzato è la chiave per conquistare i diversi gruppi, per poi trovare iniziative che favoriscano e strutturino lo scambio. Obiettivo finale è riuscire a vedere l’altro come una risorsa e perché no creare nuovi rituali che aiutino a lavorare insieme.
5) Prima di salutarci, puoi lasciarci 3 parole, 3 aggettivi che usi come bussola nell'affrontare la trasformazione digitale? O se preferisci una citazione...
Le tre parole che sono la mia bussola da un po’ di anni: fiducia, libertà e innovazione.
6) Domanda libera. Puoi lasciare un messaggio in bottiglia alla Smartive Community. Quale?
Non pensiamo mai che il nostro futuro sia già scritto e deciso da altri. Lavoriamo perché sia verde e blu (cit. Luciano Floridi)